Il primo ministro del Kosovo, in un colloquio con il giornalista del Washington Post, Jason Rezaian, ha parlato della situazione nei Balcani occidentali, del dialogo, del momento di rabbia del presidente serbo Aleksandar Vucic e della situazione delle minoranze in Kosovo e Serbia.
In questa conversazione il primo ministro ha detto che sta facendo degli sforzi per allentare la tensione con la Serbia, ma che secondo lui questi sforzi non hanno avuto alcun risultato.
Lui ha detto che al centro della tensione c'è la persistente riluttanza della Serbia a riconoscere il Kosovo come Stato sovrano e indipendente.
"Non posso riconoscere la Serbia che non mi riconosce. Quindi abbiamo bisogno del riconoscimento reciproco e siamo pronti a impegnarci in questo dialogo", ha detto Kurti nella conversazione con Rezaia, trasmessa da Klankosova.tv.
Il capo del governo kosovaro ha raccontato che, secondo lui, il presidente serbo si è arrabbiato per le sue parole.
"La dichiarazione di pace e non aggressione proposta dal Kosovo nel 2021 è stata respinta dal presidente serbo, Aleksandar Vucic, insieme a un piano per proteggere reciprocamente i diritti delle minoranze all'interno dei nostri paesi. Invece, le autorità serbe hanno iniziato a rimuovere gli albanesi della Serbia meridionale dalle liste elettorali.
"Il presidente Vucic ha detto che, a differenza del Kosovo, la Serbia è un esempio di come dovrebbero essere trattate le minoranze", ha detto Kurti. E ha aggiunto, in modo un po' sarcastico: "Ho detto: 'Allora vediamo come la Serbia tratta le minoranze e posso ripetere il modello in Kosovo.'" E poi si è arrabbiato molto, perché ho detto: "Facciamolo reciprocamente", ha detto Kurti al pubblicista Rezaian durante la conversazione.
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